Coppia di fatto o conviventi di fatto? La differenza conta, e anche parecchio, ecco perché

Se due persone si amano, a livello giuridico cambia molto se si tratta di una coppia di fatto o convivente registrata.

Nel corso dei decenni sono cambiate molte cose per quanto riguarda le unioni sentimentali, in primis a livello religioso e sociale e di conseguenza anche dal punto di vista giuridico.

Le coppie oggi possono ovviamente scegliere di convivere liberamente, siano esse eterosessuali che composte da persone dello stesso sesso, ma se l’unione non è stata effettuata civilmente cambia il discorso, soprattutto per quanto riguarda pensione di reversibilità o eredità.

che diritti ha una coppia di fatto
Una coppia di fatto è diversa da una coppia di conviventi – Gazzettapmi.it

In sostanza, se due persone vivono insieme e hanno una relazione stabile, ciò non basta a garantire a entrami i partner i diritti che invece vengono riconosciuti col matrimonio.

Grazie alla Legge del 20/5/16, conosciuta come Legge Cirinnà, si è andati a disciplinare anche le convivenze di fatto, (sia delle coppie eterosessuali che omosessuali), regalando diritti, ma solamente se sussistono delle precise condizioni.

Che differenza c’è tra coppia di fatto e conviventi di fatto? Ecco perché è importante saperlo

Quando due persone si amano è ovvio che il motivo principale dell’unione sia il sentimento, ma bisogna anche pensare che a livello giuridico entrano in gioco diritti e doveri. Il matrimonio, infatti, attiva i diritti e al contempo si prevedono obblighi, come quello di fedeltà, assistenza morale e materiale.

se il convivente muore spetta l'eredità
L’eredità non sempre spetta al superstite se non c’è stata unione civile – Gazzettapmi.it

Nel caso delle coppie conviventi siamo di fronte a qualcosa di diverso. Non essendoci un’unione legale, alla morte di uno dei due partner l’altro può ritrovarsi senza diritti all’eredità. Questo avviene, ad esempio, nelle coppie di fatto, che differiscono dalle coppie conviventi di fatto.

La differenza consiste in qu7esto:

  • le coppie di fatto vivono insieme e sono legate da un sentimento e da un legame stabile;
  • le coppie conviventi di fatto hanno presentato al Comune di residenza un’autodichiarazione sul loro status.

Nel secondo caso, dunque, una coppia va all’Ufficio Anagrafe e dichiara di avere un legame affettivo stabile, che vive nella stessa abitazione regolarmente, che il nucleo familiare comprende entrambi i soggetti, che sussistono impegni di assistenza morale e materiale, ma che non hanno però legami di parentela, affinità o adozione.

Ecco che allora, in questo caso, se uno dei due muore l’altro ha diritto all’eredità, e anche alla pensione di reversibilità, nonché a continuare a vivere nella casa che condividevano, seppur per tempi limitati (massimo 5 anni). Nel primo caso, invece, ovvero nella coppia di fatto, il superstite non può vantare diritti di nessun genere.

Se ne evince che se due persone intendono regolare questo aspetto dovranno innanzitutto effettuare la registrazione al Comune, oppure lasciare un testamento, anche se ovviamente entreranno in gioco anche gli eventuali eredi legittimi, cui spetta sempre una determinata quota.

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