Nuovi accertamenti della Guardia di Finanza sulle partite IVA: molte rischiano la chiusura d’ufficio

La Guardia di Finanzia sta effettuando nuovi controlli sulle partite IVA ritenute “sospette”. I contribuenti possono subire spiacevoli conseguenze.

Procede la campagna della Guardia di Finanza diretta a trovare le false partite IVA, soprattutto grazie ai nuovi strumenti di lotta all’evasione fiscale introdotti dalla Legge di Bilancio 2024.

accertamenti guardia di finanza partite IVA
Nuovi controlli sulle partite IVA da parte della Guardia di Finanza (gazzettapmi.it)

L’obiettivo è quello di compiere controlli per scoprire eventuali frodi fiscali e punire i trasgressori. A tal fine, sono state previste pene più severe e nuove azioni di monitoraggio. Nelle ipotesi più gravi, si rischia la cessazione d’ufficio della partita IVA.

Nel dettaglio, gli accertamenti e le sanzioni riguardano anche i soggetti passivi che hanno comunicato la chiusura della propria attività negli ultimi 12 mesi, senza offrire valide giustificazioni. Le regole per eseguire le operazioni di monitoraggio sono contenute nell’ultima Manovra finanziaria. In cosa consistono?

Leggi anche: “Sotto la lente del Fisco le Partite IVA: controlli a tappetto e sanzioni in arrivo per tutti“.

Partite IVA apri e chiudi: come individuarle?

Le attività di controllo della Guardia di Finanza riguardano soprattutto le cd. partite IVA apri e chiudi.

partite iva apri e chiudi
Cosa rischiano le partite IVA apri e chiudi? (gazzettapmi.it)

Si tratta di quelle attività che vengono intraprese al solo scopo di frode e che, dunque, si rifanno a operazioni inesistenti.

Vige l’obbligo di segnalazione all’Agenzia delle Entrate di tali partite IVA, anche se il titolare ne ha già comunicato la chiusura. Bisogna, infatti, sempre motivare il motivo della cessazione e, quindi, qualora l’interessato non abbia comunicato validi motivi, potrebbero scattare i controlli da parte delle Fiamme Gialle.

In base a quanto stabilito dall’art. 1, comma 149, della Legge di Bilancio 2024, nelle ipotesi in cui venga accertata la frode, si procede con la chiusura d’ufficio della partita IVA e con l’irrogazione delle relative sanzioni.

Questa regola si applica anche nell’ipotesi in cui la chiusura dell’attività sia opera del titolare, ma non siano stati forniti i chiarimenti necessari a giustificare la cessazione. In questi casi, è stabilito il divieto di compensazione orizzontale delle imposte con altri tributi o contributi e, se si vorrà aprire una nuova attività, sarà necessaria una fideiussione di 50 mila euro.

Leggi anche: “Regime forfettario, cambia tutto: ecco cosa succederà nel 2024“.

Per comprendere la diffusione del fenomeno delle partite IVA apri e chiudi, il Ministero ha reso noti i dati sulle nuove attività. Nel 2023, sono state aperte 492 mila partite IVA, per il 70% da persone fisiche, per il 22,9% da società di capitali e solo per il 3,1% da società di persone. Il 49% di tali attività, inoltre, rientrano nel regime forfettario.

La maggior parte delle partite IVA si concentrano nel Nord Italia (48,2%), mentre il 21,1% al Centro e il 30,4% al Sud e nelle Isole. Per quanto riguarda le aree di competenza, invece, il 18,2% riguarda il settore del commercio, il 17,9% le attività professionali e il 10,3% il settore costruzioni.

Impostazioni privacy